Fabrizio De André – Paradiso & Inferno
Se tu penserai, se giudicheraida buon borgheseli condannerai a cinquemila anni più le spesema se capirai, se li cercherai fino in fondose non sono gigli son pur sempre figlivittime di questo mondo.
Se tu penserai, se giudicheraida buon borgheseli condannerai a cinquemila anni più le spesema se capirai, se li cercherai fino in fondose non sono gigli son pur sempre figlivittime di questo mondo.
Quando riascolterò il vento tra le fogliesussurrare i silenzi che la sera raccoglie.
Prima che giunga la morte della persona odiata, si passerà sempre per i funerali innumerevoli delle persone amate, quelle che erano parte del cuore, quelle con cui si erano condivisi i sogni, e tempi spensierati. Alla fine senza ritorni, con le scarpe consumate, sopra sterminati cimiteri di acqua e sangue, si scoprirà che quella persona neanche è mai esistita, e il vero male da cui si voleva proteggere il mondo, altro non era che il proprio.
Non limitiamoci a guardare il buio della vita terrena; andiamo oltre, laddove c’è la luce della vita eterna.
Il ministro dei temporali in un tripudio di tromboniauspicava democrazia con la tovaglia sulle manie le mani sui coglioni.
È più facile per l’immaginazione comporsi un inferno con il dolore che un paradiso con il piacere.
Per molti ormai l’unica speranza è che esistano inferno e paradiso, ed una giustizia divina.