Federica Maneli – Morte
Morirò con la penna tra le mani e quintali di sogni scritti, ma mai vissuti.
Morirò con la penna tra le mani e quintali di sogni scritti, ma mai vissuti.
La terra parla dalle sua fondamenta, la nuova bellezza del mondo esprime in sottofondo la lingua della morte, e non quella dell’infinito, del male, e non del bene. Verità matematica, sorda ai desideri di immortalità di una carne che resta sempre quella che è. La maledizione di Dio e degli angeli per rapirmi e macellarmi, raccontano la loro vera forma e intenzioni, o illusioni, e indirettamente un’altra verità: quello che macellano, lo spirito di una sola persona, fa brillare l’universo di nuove generazioni, uno spirito molto più grande di quello di Dio e degli angeli, che per questo non porterà mai eternità, né speranze di altri futuri.
Ci sarà sempre un giorno in cui tutto tacerà.
“È la vita” mi hanno detto così. No cazzo, perché non si può morire di un tumore.
Eutanasia il diritto di morire. Discutibile sicuramente.
La paura di molti è quella di invecchiare… di altri invece, è il non poterlo fare.
Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.