Federico Cerniglia – Abbandonare
A volte ti ritrovi a dare senso a qualcosa che mai ne avrà.
A volte ti ritrovi a dare senso a qualcosa che mai ne avrà.
Puoi andare via quando vuoi e come vuoi.Hai deciso di andartene sputando veleno, cercando di buttarmi a terra dopo che sai che è un periodo molto difficile per me.Fai pure!Colpisci!Sono qui, non scappo!Prova a farmi crollare…non cado, soffro ma non cado.Non starò al tuo gioco, potrei ma non lo farò.Vai pure sputando veleno, non mi tocca.Oramai ho l’antidoto.
E dove era l’ultima virgola, adesso spero di aver messo un punto.
È divertente osservare come, a seconda della convenienza o meno, certe manifestazioni di disgusto vengono scambiate per manifestazioni di elogio e amore o amor perduto. Non si può far cancellare la memoria da macellai pazzi e poi pretendere un’altra volta nella storia, di ottenere i risultati sperati. Ci sarà sempre quell’incomodo, quella spina nel fianco, quel dolore soffocato, nelle pieghe del regno ora eterno, che ogni tanto scuoterà menti e coscienze, sulla via della vita. Non è amore, non è odio, è qualcosa che segue una Legge a parte, è qualcosa che purtroppo non si impara, si vive e basta o si muore e basta, i messaggi subliminali del rifiuto (buttalo via, ma è da non sottovalutare) sono manifestazioni di schifo e non di amore o amor perduto. Se si vuole cancellare un ricordo, non vale il principio dell’osmosi psichica per cui cerchi di far tabula rasa all’altro, a cui non interessi, per dimenticare tu, peggiori solo la situazione e ne crei molte altre di riflesso che possono diventare ingestibili.
Dovevi essere la mia ancora di salvezza, invece sei diventato il più pesante dei macigni che mi hai trascinato nel profondo degli abissi.
Non ti ho mai chiesto il mondo, semplicemente essere parte integrante del tuo mondo.
L’abbandono porta con se un dolore atroce, ma non perché la persona che amiamo se n’è andata, ma perché in lei abbiamo riposto parte di noi!