Filippo Brini – Morte
Perché dovrei temere il dolore e la morte se sono la naturale conseguenza della vita?
Perché dovrei temere il dolore e la morte se sono la naturale conseguenza della vita?
La morte è l’alba di un eterno tramonto.
La terra parla dalle sua fondamenta, la nuova bellezza del mondo esprime in sottofondo la lingua della morte, e non quella dell’infinito, del male, e non del bene. Verità matematica, sorda ai desideri di immortalità di una carne che resta sempre quella che è. La maledizione di Dio e degli angeli per rapirmi e macellarmi, raccontano la loro vera forma e intenzioni, o illusioni, e indirettamente un’altra verità: quello che macellano, lo spirito di una sola persona, fa brillare l’universo di nuove generazioni, uno spirito molto più grande di quello di Dio e degli angeli, che per questo non porterà mai eternità, né speranze di altri futuri.
La vera presunzione è nel voler cambiare la natura delle cose, credendo di conoscerla.
Non uno dei tuoi antenati è morto giovane. Si sono tutti accoppiati almeno una volta.
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obiezioni, il destino.
Molte cose si chiariscono, quando guardi gli occhi azzurri del Signore del Male.