Filippo Brini – Religione
I filosofi e i religiosi sono come il gatto e la volpe.
I filosofi e i religiosi sono come il gatto e la volpe.
Perché si goda dell’amore di Dio bisogna riconoscere e pentirsi dei propri torti.
La Chiesa è saggia e Iddio è lontano.
Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Sta all’uomo creare la propria immagine e somiglianza a Dio.
Voler provare l’esistenza di Dio è il colmo del ridicolo.
Noi non siamo Cristiani. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo.
L’infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura. Una specie di orrore sommerge tutta l’anima. Durante questa assenza non trova nulla che possa amare. E se in queste tenebre, in cui non vi è nulla da amare, l’anima smette di amare, l’assenza di Dio diventa definitiva: è terribile solo a pensarci.
Perché si goda dell’amore di Dio bisogna riconoscere e pentirsi dei propri torti.
La Chiesa è saggia e Iddio è lontano.
Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Sta all’uomo creare la propria immagine e somiglianza a Dio.
Voler provare l’esistenza di Dio è il colmo del ridicolo.
Noi non siamo Cristiani. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo.
L’infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura. Una specie di orrore sommerge tutta l’anima. Durante questa assenza non trova nulla che possa amare. E se in queste tenebre, in cui non vi è nulla da amare, l’anima smette di amare, l’assenza di Dio diventa definitiva: è terribile solo a pensarci.
Perché si goda dell’amore di Dio bisogna riconoscere e pentirsi dei propri torti.
La Chiesa è saggia e Iddio è lontano.
Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Sta all’uomo creare la propria immagine e somiglianza a Dio.
Voler provare l’esistenza di Dio è il colmo del ridicolo.
Noi non siamo Cristiani. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo.
L’infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura. Una specie di orrore sommerge tutta l’anima. Durante questa assenza non trova nulla che possa amare. E se in queste tenebre, in cui non vi è nulla da amare, l’anima smette di amare, l’assenza di Dio diventa definitiva: è terribile solo a pensarci.