Gabriele Martufi – Filosofia
Viviamo certamente nel migliore dei mondi impossibili.
Viviamo certamente nel migliore dei mondi impossibili.
I folli sono coloro che vedono lontano, guardandosi intorno.
Siamo fatti di materia e di anima, di conoscenza e d’innocenza. Siamo piedi e ali su un cammino già compiuto e ancora da compiersi.
Bisognerebbe ricordare l’umiltà e, nel tempo che resta, preoccuparsi della sostanza delle cose.
Il cerchio è, solo se in movimento. È esempio, di uno spazio di tempo.
Le cose semplici catturano i nostri sensi nella loro meraviglia, e sono fatti di cuore e d’anima per questo sfuggono alla mente. Le cose complicate invece sono frutto di un’estensione e come tale la ragione può smontarle e spiegarle, facendone perdere la poesia.
Siamo esseri mutevoli, in divenire. La coerenza è l’illusione di chi vuol costruire castelli di carta pensando di trovarsi all’interno di una campana dove è stato fatto il vuoto spinto, quando invece si dovrebbe piuttosto assimilare l’idea che nulla di ciò che era è, nulla di ciò che è sarà.
Lasciate che siano i vostri sensi a parlare e non le frasi rubate, o persino i vostri stessi pensieri. In ogni essere vi è una sfumatura e in ogni attimo in cui viviamo un accento diverso, sicché nulla è uguale per se stesso né per un altro.
Cosa cerchi? Più ingrandisci il dettaglio, più disperdi l’insieme sul bordo di questo. Per trovare non devi mettere insieme i dettagli, ma capirne il senso quando osservi il loro insieme, e lì ritrovi te stesso.
C’è solo una filosofia giusta da vivere: la tua.
La vita è una complessa matematica che va compresa con buona filosofia.
Ti vestirai di nero per sfuggirle, piangerai le tue perdite in silenzio e ti aggrapperai alla speranza. Rincorrerai la vita, sapendo bene che la tua ora è arrivata, ma non lo saprai fin a quando il ticchettio dell’orologio ti avvertirà. D’altronde non l’hanno sconfitta i dittatori, che credevano di avere il mondo in mano, come puoi farcela tu? Tu non sei nessuno. Faresti meglio ad inginocchiarti uomo, perché la morte ha allungato le sue scheletriche braccia per afferrarti. Non potrai mai vincere una battaglia persa in partenza.
Credere che si possa avere pensieri e scelte puramente proprie senza essere minimamente influenzati da forze esterne, in poche parole credere nel libero arbitrio, è come dire che, mettendo una palla su un piano essa possa deliberatamente muoversi nella direzione che trova più congeniale senza essere mossa da forza esterne ma solo dalla propria volontà. Semplicemente irrazionale.
Da poco capisci tanto, da tanto capisci tutto.
Correlare l’estremo alla vanità, la mediocrità alla quotidianità e la spregevolezza alla paura è una forma di ipocrisia molto ben distinta.
Aprite i vostri occhi e guardate il mondo svegliarsi alla vita come fosse il primo giorno del creato. Respirate ed afferrate nell’aria il silenzio che svanisce.
Tanto l’importante è divertirsi. È ovvio, tu devi essere felice. Non c’è posto per la tristezza in questo mondo vero? Prima osservi le disgrazie che accadono nel mondo, al telegiornale, in maniera spesso e volentieri distaccata, poi magari ti commuovi alla vista di un cucciolo di panda appena nato. Ma tu sei felice. Felice forse, di fare una vita come tante altre. Felice perché qualcuno ti ha detto che è così che deve essere. Felice perché la società decide costantemente per te. Ma allora perché si ha paura di morire? Perché si cerca sempre di allungare la nostra permanenza su questo mondo? La felicità è il compimento di noi stessi, l’apice di un qualcosa che prima o poi deve finire. Sta a noi scegliere se raggiungere questo apice oppure no. Essa è un obiettivo talmente importante per noi che al suo compimento nulla riesce ad avere più un senso, se non la felicità stessa.