Socrate – Filosofia
So di non sapere.
So di non sapere.
L’uomo moderno è talmente parte di una folla, che sta morendo di solitudine personale.
Niente di grande nel mondo è stato fatto senza passione.
Nulla è più fugace della forma esteriore, che appassisce e muta come i fiori di campo all’apparire dell’autunno.
La felicità in assoluto non esiste, essa è solo una momentanea sospensione dell’affanno.
Non raccogliere i fiori dei prati, non sono tuoi;Non catturare le farfalle che volano, sono libere;Ma le storie che senti conservale e tramandale, sono anche la tua memoria!
La vita è un cammino infinito: dietro c’è il passato, davanti c’è il futuro… e il presente? Il presente è ciò che si vive solo quando è diventato passato.
Tutti coloro che hanno avuto la possibilità di godere della massima sicurezza nei riguardi di coloro che li circondavano, vivono in comunità gli uni con gli altri nel modo più piacevole e nella più sicura fiducia; e, pur nutrendo fra loro i più stretti legami, non piangono la dipartita di quelli di loro che muoiono prematuramente, come se questi fossero da compiangere.
Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri ne naturali ne necessari, ma nati solo da vana opinione.
Fra i desideri naturali che, se non vengono soddisfatti, non danno luogo a vera sofferenza, ve ne sono di quelli in cui sussiste una forte tensione; e questi hanno origine da vana opinione: e ci è difficile dissiparli non per la loro propria natura, ma per le stolte credenze degli uomini.
Il giusto fondato sulla natura è l’espressione dell’utilità che consiste nel non recare ne ricevere reciprocamente danno.
Per tutti quegli esseri viventi che non ebbero la capacità di stringere patti reciproci circa il non recare ne ricevere danno, non esiste ne il giusto ne l’ingiusto; e altrettanto si deve dire per quei popoli che non poterono o non vollero stringere patti per non recare e non ricevere danno.
Poca importanza ha la sorte per il saggio, perché le cose più grandi e importanti sono governate dalla ragione, e cosi continuano e continueranno ad essere per tutto il corso del tempo.
Il giusto è privo in assoluto di turbamento, mentre l’ingiusto è ricolmo del turbamento più grande.
Non cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una volta che sia rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno. Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive è prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le affezioni dello stesso tipo, che procurano all’anima i più grandi timori.
Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant’altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia.
Dallo stesso tempo derivano le origini del sommo bene ed il godimento di esso.