Flavio Siciliano – Social Network
Su Facebook non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che ricambia un mi piace.
Su Facebook non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che ricambia un mi piace.
L’emozione della prima volta all’iscrizione su Facebook: tutto nuovo, tutto così elettrizzante. La novità si sa rende l’uomo ladro, ma purtroppo non è mancata la delusione dietro l’angolo: tutte queste maschere, tutta questa falsità, l’arrivismo e il cinismo del protagonismo, essere qualcuno conta più dell’essere vero, un mondo assurdo, un mondo che non fa per me.
Nei social network ci sono cristiani che come avatar usano immagini di crociati con la spada sguainata.Lo fanno per ricordarci che Dio è amore?
Amo PensieriParole, perché rispetta i diritti d’autore. Mi colpisce Facebook, perché si appropriano dei pensieri altrui come se ci considerassero tutti copywriter; non supporto gli #hashtag di Twitter, perché usano quello “style short form” che mi ricorda i bigliettini che si usavano a scuola per copiare.
Ho il tuo numero di telefono, abbiamo whatsapp, abbiamo facebook, abbiamo viver e pure non comunichiamo.
È un fenomeno curioso: gente che pubblica continuamente sui social network pezzi della propria vita, compulsivamente, in modo eccessivo, raccontando sentimenti, emozioni, pensieri che farebbe bene a tenersi per sé, per una legge del pudore mai scritta, ma universalmente riconosciuta.Credo che i social network portino alla luce le insicurezze ed il bisogno di sentirsi accettati e riconosciuti, come mai nessuno strumento prima d’ora.
Davvero non riesco a farmene una ragione riguardo modo di stare su Facebook di certa gente, sembra che senza il consenso altrui non si possa respirare. Detta fuori dai denti: se dovessi avere l’approvazione e il consenso di tutti per i miei link, sarei fortemente preoccupata, non mi sono mai fidata del pensiero unico.