Francesco De Gregori – Sogno
Per sognarti devo averti vicino e vicino non è ancora abbastanza.
Per sognarti devo averti vicino e vicino non è ancora abbastanza.
A che serve sognare quando le tue speranze si dissolvono con lo scatto di uno sciacquone dentro un cesso di una latrina pubblica.
Ho sognato che percorrevo il tunnel tra l’aldiquà e l’aldilà. Ero già alla metà del cammino, ma sono tornato indietro. Non era ancora la mia ora!
La realtà arrugginisce i sogni flebili, rafforza quelli nobili. I miei sono inossidabili.
Ho ascoltato i silenzi della vita. Ho ascoltato il silenzio del mare. Ho ascoltato il frastuono di un battito di ali. Ho ascoltato ancora una volta la bellezza del silenzio della notte. E come una candida colomba volo nei sogni più profondi, più belli, di questa notte.
Chissà dove sei, perduta nella nottecol tuo trucco infame e la tua giacca da banditoio ti ho aspettato, all’ombra dei tuoi per comecon il mio viso angelico, percosso dai fatti.Chissà dove sei, perduta nei segnicon la tua sigaretta come una matitae le tue speranze di vittoria.Io ti ho accettato, come una bella calligrafiaun biglietto da visita e due occhi diversi.Può accadere di tutto, puoi anche conquistarevari uomini bruni e misurarne l’aspettoma il mio indirizzo è, via del sopracciglio destrocon rispetto parlando, e altre parti… altre parti di me.
I sogni sono come la proiezione dei nostri desideri.