Francesco Galizzi – Tristezza
Sono pieno di Stelle. Vuoto come l’Universo.
Sono pieno di Stelle. Vuoto come l’Universo.
Ognuno ha una ferita aperta dentro che non si rimarginerà mai. In qualche modo la celiamo dietro sorrisi, dietro “va tutto bene”. Ma quello squarcio è sempre lì che sanguina e non si cicatrizza. Forse un giorno qualcuno riuscirà a rattopparla, con le attenzioni e le comprensioni. Forse la stessa vita riuscirà a ricucire con il filo della consapevolezza, quella stessa consapevolezza che saprà rinforzare e risanare il nostro cuore.
Le cravatte col nodo stretto all’inglese nelle luminose vie del centro mi facevano sentire l’aria della vita profumata.Oggi indosso canottiere, dagli angoli di secondari vicoli, percepisco olezzo di sconfitta.
Ho sempre odiato i giochi, soprattutto quelli con i sentimenti.
Me ne vado via ogni giorno un po’ di più, come vanno via i cerotti dalle ferite sulla pelle, come il cielo che si ritrova ogni giorno senza stelle.
Dopo le ferite del cuore ci si impara a non fidarsi più delle persone. Ci si impara a diffidare di tutto e di tutti. Ci si impara che quando cerchi una mano che ti sostenga non troverai altro che cumuli di cemento. E tristemente capirai che non avrai più certezze, se non quella che ti aiuterà nella vita: “credere solo in quello che sei”.
Qualsiasi momento buio tu stia vivendo, ricordati sempre che dopo la nebbia bassa spunta sempre fuori il sole.