Francesco Iannì – Sogno
Persino un realista, quando dorme, può sognare.
Persino un realista, quando dorme, può sognare.
Quando le lacrime bagnano i miei sogni, io li appendo al sole e torno a sperare.
Molti anni fa sognai Cristo, come viene rappresentato comunemente nelle immagini. Un volto da cui traspariva un odio e una ostilità inimmaginabili. Si diramavano da esso ostilità e morte, dai suoi occhi rivolti verso di me. Io ero molto giovane, ancora nella spensieratezza, non avevo idea chi fosse o da dove provenisse. Il signore della svastica stava di fronte ai miei pensieri con occhi di ghiaccio e fuoco. Mi odiava a tal punto da essere come un’ombra sulla mia vita, che il Bene tuttavia cercava di tenere lontano. Che alla fine riuscisse a ghermirmi, forse era inevitabile. L’istinto di sopravvivenza della terra e delle stelle non può fare più niente, solo impedire che al Male sia concesso di imperversare totalmente per diventare il padrone di tutta la vita oltre questo cielo, annientandola. Non per moralità inopportuna, ma per verità matematica, che gli angeli stessi usano e di cui dispongono.
Ricorda che i sogni si avverano, esistono e stanno li ad aspettare che tu apra loro la porta.
Aspettami… presto ti verrò a trovare in un posto dove ogni cosa è possibile e dove tutto è concesso senza limiti: nei tuoi sogni… e lì ti farò mia, per sempre.
Ho dato la vita per un sogno, e un sogno ha dato la vita a me.
Il bello di un brutto incubo è svegliarsi e accorgersi che tutto quello era solo un dannatissimo incubo.