Francesco Iannì – Tristezza
Ci sono giorni in cui vorrei che la mia vita fosse in standby.
Ci sono giorni in cui vorrei che la mia vita fosse in standby.
Spesso le partenze sono accompagnate da nebbie di tristezza. Succede, quando si vuole bene. La normalità come un sottile vento tra i suoi vortici la dirada, ricordando che arrivederci non è addio.
Ci sono giorni, come oggi, in cui sento il peso del cielo sopra di me.
I dolori non sono muri sulla quale poggiarsi ma muri oltre la quale sporsi.
Mi chiedi “come stai?” e finalmente lo ammetto “male”, mi guardi tutta e dici “non sembra”, “tanto tu sei forte, sei saggia”, si, io sono forte, sono saggia, “tu non ce l’hai il cuore come tutti gli altri”, già, io non ce l’ho il cuore come tutti gli altri, perché io ne ho uno solo di cuore, gli altri ne hanno almeno uno per ogni occasione.
È una battaglia persa! Lo è sempre stata! Probabilmente ne ho sempre avuto consapevolezza, e allora mi chiedo: perché ho combattuto!?
È difficile, quando le stesse persone che ti rinfacciano di avere poca fiducia in te stesso minimizzano la causa del tuo dolore, accusandoti di piangerti addosso.