Francesco Iannì – Vita
Certi giorni hanno un enorme, immenso pregio: arrivano al termine.
Certi giorni hanno un enorme, immenso pregio: arrivano al termine.
Aspetti? Ma cosa aspetti!? La vita non arriva mai puntuale.
La vita è il più grande dono di Dio e su di noi incombe l’obbligo di rispettarla e conservarla sana il più a lungo possibile.
Il peso del mio passato rallenta così tanto il cammino nel mio presente che quando alzo gli occhi… sono già nel mio futuro.
Nel mio quartiere, ogni giorno la vita faceva l’appello: per chi c’era, per chi doveva esserci, e per chi, come me non poteva rispondere “fuori servizio”.
Siamo quadri immaginari dipinti da noi stessi, colori strani che si mischiano fino a formare battaglie spaziali tra i nostri mondi. Non è semplice imparare a giocare, secondo me si impara a giocare quando si nasce e lo si disimpara all’incirca verso i dieci anni, ma se guardate in casa nostra, tra le nostre sagome, capirete che qui si gioca da millenni.
Nella vita si combatte tutti i giorni. Si combatte e non sempre si vince. E tutte le volte ci chiediamo se sarà il caso di farlo. Lottare resistere, oltre le nostre possibilità, soffrire, piangere, ridere. Poi ci chiediamo se non ci fosse qualcosa per cui lottare. E ci chiediamo per che cosa noi vivremmo? Forse se non esisterebbe l’energia di cui si parla e che conosciamo e che ci aiuta a perseguire e proseguire, e se non esisterebbe quella forza che ci vede risoluti e non avremmo neppure la possibilità di perfezionare il nostro pensiero. Quello sopito nella nostra mente. Combattiamo con lo spirito del giocatore, proviamo ad andare qui e là, ci avviciniamo alla vittoria e ci allontaniamo per tentare la sorte. A volte ne usciamo vittoriosi, altre pieno di dolori, ma questi dolori ci ricordano che abbiamo ancora d’imparare, e impariamo dalle nostre ferite, ma nel gioco cerchiamo in ogni momento di stare allerta, e alimentare nostro desiderio di combattere di nuovo perché si sa che non esiste altro prezzo per guadagnarci la libertà.