Francesco Nitti – Tristezza
Ho perso quella riservatezza che mi caratterizzava. Forse è solo il periodo, forse la primavera. O forse è solo l’ennesima eco del mio corpo che cade nel baratro.
Ho perso quella riservatezza che mi caratterizzava. Forse è solo il periodo, forse la primavera. O forse è solo l’ennesima eco del mio corpo che cade nel baratro.
Guardo le mie mani e sono maledettamente vuote. Quello che avrei voluto afferrare se n’è andato e il resto è scivolato via.
Si scrive: “Ho creduto in te” e si pronuncia “Mi hai deluso”.
Si chiamano silenzi dell’orgoglio quelli che uccidono dentro.
I litigi sono come le onde del mare, irrompono violentemente nell’amore, fino a farlo inabissare.
Siamo elastici del dolore, fasce di cuoio che abbracciano massi insostenibili.Fuori dal dolore saremo pesci a branchie spalancate, lasciati morire facendo boccacce al mondo.
Sai quando scopri di essere al limite? Quando un giorno, per una stupidaggine, ti vengono le lacrime agli occhi. Quando una parola di troppo, un gesto insignificante ti colpiscono a fondo. Non significa esser fragili o deboli, ma aver sopportato troppe cose, troppo a lungo.