Francesco Saudino – Vita
C’è una sottile differenza tra “illuso” come aggettivo e “illuso” participio; probabilmente sono io ad essere sempre un povero illuso, ma è anche la vita che si beffa di me illudendomi di continuo.
C’è una sottile differenza tra “illuso” come aggettivo e “illuso” participio; probabilmente sono io ad essere sempre un povero illuso, ma è anche la vita che si beffa di me illudendomi di continuo.
A chi non ha pietà, dello sguardo smarrito di un bambino, del terrore umano delle guerre, del fumo atroce degli spari, che attonito e scontento guarda il mondo stupito. A chi non ha pietà, del respiro strappato alla vita, del progetto rubato con inganno, dell’interno terrore straziante del cuore nel ventre, guardando domani. E infine ma non ultimo, a chi non ha pietà di una madre che rientra la sera, col freddo pungente cercando la casa, cercando un rifugio, cercando i suoi figli, e che non vedrà domani.
La cultura apre ogni porta e ci permette di chiuderne altrettante che non ci soddisfano.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita in punta dei piedi, per poi andarsene lasciando un grande vuoto.
Non v’è maggior presagio d’una vita in declino, che il rimembrar antichi momenti e sospirar convinti e desolati: “Che bei momenti…!”
Non si fanno domande semplici. Non esistono cose simili.
La parola è l’arma più pulita, ferisce senza sangue apparente.