Francis Quarles – Morte
É il destino dell’uomo, quello di morire una sola volta.
É il destino dell’uomo, quello di morire una sola volta.
La morte è la liberazione dell’anima che vaga dentro il nostro corpo, che si libera della prigione, dove non può volare.
Niente c’è di temibile nella vita per chi è veramente convinto che niente di temibile c’è nel non vivere più. Il più terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo più. Non è nulla dunque né per i vivi né per i morti, perché per quelli non c’è, questi non sono più.
La morte può diventare oggetto di un ardore cieco, di una fame come quella dell’amore.
La differenza tra me e un impiccato è solo che i miei piedi, per ora, appoggiano ancora a terra.
Per rendere onore a chi non c’è più bisogna vivere al meglio la propria vita.
Sono stato definito folle, macabro ma ciò che mi contraddistingue è il mio rapporto morboso con la figura della morte. Non la temo, nonostante ci sia stato a stretto contatto, la rispetto e la vedo come una figura femminile seducente e conturbante che, alla fine dello spettacolo, quando calerà il sipario, saprà soddisfare i miei desideri. Questa è follia? C’è chi teme ciò che non conosce e chi è affascinato da ciò di cui ne ha appena percepito il profumo.