Franco Pancaldi – Stati d’Animo
Quando si è troppo sensibili e si è propensi a voler troppo bene, capita di farsi male, al punto da non aver la percezione del malessere stesso.
Quando si è troppo sensibili e si è propensi a voler troppo bene, capita di farsi male, al punto da non aver la percezione del malessere stesso.
Succede che ci si rende conto che nessuno sarà mai in grado di capirti e allora c’è da chiedersi se quello che si è, è quello che si vuole essere. Se lo fossimo ce lo chiederemmo? A volte ce lo chiediamo perché l’incomprensione altrui ci destabilizza, ma se si sta bene nel proprio guscio allora “tutto il resto è noia”.
Silenziosa, spesso considerata “folle” e per questo difficile da amare. Ma tu la tua voce la regali quando sai di non perdere una occasione buona per fare del bene, per confortare, nell’attimo giusto per sollevare, per “provocare” le anime lasciando che le loro lacrime le accarezzino e si aprano come fa il cielo durante un temporale. Ti mostri dura, ma sei fragile e nella tua fragilità nascondi un mondo intero.
Il problema di questo mondo non è trovare qualcuno, il problema è trovare qualcuno che sia disposto a capirti ma soprattutto ascoltarti! Ma io credo nel motto “Meglio pochi ma buoni”
Eravamo roccia, che non si sgretolava nemmeno sotto la peggiore tempesta. Oggi siamo foglie trasportate dal vento del momento. In balia di quel tifone chiamato “Falsità”. Eravamo persone, oggi spesso siamo solo qualcosa da usare, un pensiero o una necessità del momento. Restare roccia in questi casi a lungo andare è impossibile. Ecco che si diventa roccia “apparente” fuori e fragili foglie in balia delle paure dentro.
Una mente “libera” non è mai fuori luogo.
A volte ci allontaniamo dalle cose, dalle persone più importanti, quando la mente, il corpo, tutto è precario.