Franco Paolucci – Morte
La morte non impaurisce il giusto che ha vissuto amando.
La morte non impaurisce il giusto che ha vissuto amando.
L’uomo è un condannato a morte che ha la fortuna di ignorare la data della propria esecuzione.
Dobbiamo tentare di vivere più a lungo possibile per cercare di capire ciò che non si è compreso finora.
Potranno dirmi che non ci sei più, che non mi parlerai e mi guarderai più, ma il tuo viso e la tua voce sono sempre vivi dentro di me. Passano i mesi e gli anni, ma ciò non cambia, io non ti dimentico.
Non lo degnerò neanche d’una lacrimaquesto sporco “mondo” quando svanirò.Ne verserei a fiotti dovessi “perdere”prima di mia madre e del mio Santo.Struggente il loro dolore.
La morte può essere l’espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
L’uomo è un condannato a morte che ha la fortuna di ignorare la data della propria esecuzione.
Dobbiamo tentare di vivere più a lungo possibile per cercare di capire ciò che non si è compreso finora.
Potranno dirmi che non ci sei più, che non mi parlerai e mi guarderai più, ma il tuo viso e la tua voce sono sempre vivi dentro di me. Passano i mesi e gli anni, ma ciò non cambia, io non ti dimentico.
Non lo degnerò neanche d’una lacrimaquesto sporco “mondo” quando svanirò.Ne verserei a fiotti dovessi “perdere”prima di mia madre e del mio Santo.Struggente il loro dolore.
La morte può essere l’espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
L’uomo è un condannato a morte che ha la fortuna di ignorare la data della propria esecuzione.
Dobbiamo tentare di vivere più a lungo possibile per cercare di capire ciò che non si è compreso finora.
Potranno dirmi che non ci sei più, che non mi parlerai e mi guarderai più, ma il tuo viso e la tua voce sono sempre vivi dentro di me. Passano i mesi e gli anni, ma ciò non cambia, io non ti dimentico.
Non lo degnerò neanche d’una lacrimaquesto sporco “mondo” quando svanirò.Ne verserei a fiotti dovessi “perdere”prima di mia madre e del mio Santo.Struggente il loro dolore.
La morte può essere l’espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.