Emilio De Marchi – Frasi Sagge
Il mondo è di chi sa.
Il mondo è di chi sa.
Il primo castigo del colpevole è che non potrà mai essere assolto dal tribunale della sua coscienza.
Combattere se stesso è la guerra più difficile; vincere se stesso è la vittoria più bella.
Ahi, ciechi! Il tanto affaticar che giova? Tutti torniamo alla gran madre antica, e il nostro nome appena si ritrova.
La vera pietra di paragone del merito è il successo.
Il mare è come un cielo aperto sull’infinito del mondo: ci aiuta a ricordare le tappe della nostra vita che sembrano essere rappresentate dalla lunga serie di orme che lasciamo dietro di noi.
I pensieri sono come le onde del mare: vanno, vengono, si increspano, spumeggiano, si infrangono, svaniscono.
Un uomo sano di mente è uno che tiene sotto chiave il pazzo interiore.
Anche per il pensiero c’è un tempo per arare e un tempo per mietere.
Non pretendo di sapere là dove uomini ignoranti sono sicuri: questo significa agnosticismo.
A chi è disgraziato, gli tempesta nel forno.
Ognuno sa navigare col buon vento.
Le piante e i fiori, come i nostri progetti, sbocciano o muoiono, talvolta crescono quando meno ce lo aspettiamo.
Lo viso mostra lo color del cuore.
Povera vita, meschina e buia, alla cui conservazione tutti tenevan tanto! Tutti s’accontentavano: mio marito, il dottore, mio padre, i socialisti come i preti, le vergini come le meretrici: ognuno portava la sua menzogna rassegnatamente. Le rivolte individuali erano sterili o dannose, quelle collettive troppo deboli ancora, ridicole quasi, di fronte alla grandezza del mostro da atterrare.
Quali prati ci aspettano, verdi folti iridati di genziane, per affondarvi insieme i nostri volti?
Nessuna oppressione è così pesante o duratura quanto quella inflitta dalla perversione e dall’eccesso di autorità legale.