Gabriele D’Annunzio – Stati d’Animo
Il chiarore vanisce, il sopore m’adagia.
Il chiarore vanisce, il sopore m’adagia.
Non incatenerò mai la mia anima a pregiudizi del tutto fuori luogo. Non giudicherò mai i passi di chi ha fatto le proprie scelte per le circostanze della vita, perché io da fuori riesco solo a guardare in parte a stenti ciò che vuole mostrare. Non lo farò, non giudicherò… chi conosce le proprie fatiche e difficoltà e non chiede niente a nessuno. Chi ha saputo reagire e affrontare i dispiaceri senza abbattersi e nasconde i propri dolori dietro una facciata scura d’apparenza. Non giudicherò chi ha fatto le sue scelte e ha deciso di non essere parte della mia vita. Chi, caduto nel fango della vergogna (con forza e coraggio), ci ha messo l’anima, il cuore e tutto se stesso per tirare avanti e rialzarsi. Non giudicherò, perché io non sono migliore di lui.
L’odio è quel seme avvelenato da cui hanno origine solo frutti marci.
La cattiveria degli altri mi fortifica, mi rende immune a parole e pensieri proveniente da chi ha un cuore incapace di provare sentimenti puri.
A volte avresti solo il bisogno di bendarti e perderti nell’oblio dei sensi.
Una buona dose di follia, per mandare a quel paese la noia, le paure e l’angoscia che ogni tanto ci prende. Una buona dose di menefreghismo, per rispondere con ironia e col sorriso alle interferenze un po maligne della vita. Una buona dose di sincerità, coerenza e personalità per oltrepassare quel muro chiamato “paura” e rischiare al massimo.
Quelle come me non amano una sola volta, ma un “infinità” di volte; all’amore ci credono sempre, anche a costo di rimetterci puntualmente il cuore.