Gabriele Martufi – Frasi Sagge
La conoscenza raddoppia i dubbi e dimezza le certezze.
La conoscenza raddoppia i dubbi e dimezza le certezze.
Quando uno segue la via dell’individuazione, quando si vive la propria vita, si devono mettere anche gli errori in conto: la vita non sarebbe completa senza di essi.
Non camminare a testa alta se il tuo sguardo è puntato costantemente sulla vita altrui e mai sulla tua. Non giudicare le persone che a malapena conosci se non sei mai stato capace di giudicare te stesso. Non parlare di fatti e storie che non conosci se non vuoi che si parli delle tue. Ricorda! Ogni vita hai il suo percorso e il suo perché e a te compete solo il perché e il percorso della tua di vita!
Siamo fatti di parole bellissime. È solo che a volte ce ne dimentichiamo e la nostra poesia diventa solo rumore.
Ho capito che la solitudine si rivela più forte quando si tenta di contrastarla ma si indebolisce quando viene ignorata.
Nel bene o nel male, puoi sempre vedere gli occhi delle persone, puoi udire la loro voce, ma non potrai mai scoprire la profondità dei loro cuori.
Intendo esaminare qui i ricordi di esperienze estreme, di offese subite o inflitte. In questo caso sono all’opera tutti o quasi i fattori che possono obliterare o deformare la registrazione mnemonica: il ricordo di un trauma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamarlo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il ricordo nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa.Qui, come in altri fenomeni, ci troviamo davanti a una paradossale analogia tra vittima e oppressore, e ci preme essere chiari: i due sono nella stessa trappola, ma è l’oppressore, e solo lui, che l’ha approntata e l’ha fatta scattare, e se soffre, è giusto che ne soffra; ed è iniquo che ne soffra la vittima, come invece ne soffre, anche a distanza di decenni. Ancora una volta si deve constatare, con lutto, che l’offesa è insanabile: si protrae nel tempo, e le Erinni, a cui bisogna pur credere, non travagliano solo il tormentatore (se pure lo travagliano, aiutate o no dalla punizione umana) ma perpetuano l’opera di questo negando la pace al tormentato.