Gabriele Martufi – Morte
Teorema. La vita è dinamicità, la morte è staticità e come tale è necessariamente contenuta in essa.
Teorema. La vita è dinamicità, la morte è staticità e come tale è necessariamente contenuta in essa.
La vita è un’opera d’arte, in cui, la morte… è il suo capolavoro più atroce e riuscito.
Salute, amore, amicizia: non sono tutto, ma tutto è nulla senza.
Sono stato definito folle, macabro ma ciò che mi contraddistingue è il mio rapporto morboso con la figura della morte. Non la temo, nonostante ci sia stato a stretto contatto, la rispetto e la vedo come una figura femminile seducente e conturbante che, alla fine dello spettacolo, quando calerà il sipario, saprà soddisfare i miei desideri. Questa è follia? C’è chi teme ciò che non conosce e chi è affascinato da ciò di cui ne ha appena percepito il profumo.
Ricordo mio nonno, un contadino: quando gli chiedevo “Cosa fai, nonno?”, rispondeva “aspetto la morte”. Per me non era mai una risposta tragica perché per lui aspettare la morte significava attrezzarsi, nell’ultima parte della vita, ad affrontarla con tutte le armi dell’uomo (lo scherno, l’ironia, la tristezza, l’amicizia, l’amore), ma mai ad esorcizzarla. Noi invece la dobbiamo esorcizzare con i nostri “gesti segreti” perché crediamo solo nei fatti. E di fronte al “fatto della morte”, che non si può controllare perché si è “assenti” nei riguardi di esso, possiamo solo fare scongiuri o “dare i numeri”.
La nascita è il sonno dell’anima, è l’oblio; la morte è il risveglio.
La morte è un passaggio nell’eternità.L’eternità è incomprensibile.