Gaetano Toffali – Solidarietà
Torna l’11 settembre. Facciamo finta ci interessi ancora.
Torna l’11 settembre. Facciamo finta ci interessi ancora.
Un cuore grande accoglie grandi amori… ma anche grandi sofferenze.
Triste: passato remoto del verbo vivo.
In questo periodo di festa siamo tutti impegnati a festeggiare mangiare farci gli Auguri stendendo un velo se così si può dire egoistico, con gli occhi coperti da indifferenza. Tuttavia ci dimentichiamo che alcune persone in questo stesso istante si sentono più sole di Quanto la solitudine i se Stessa Possa infondere Sugli Animi.
Il problema non è che ho paura che gli altri non mi accettino…Sono io che non riesco ad accettarmi…
Accarezzo il tuo corpo nudo, alla sua scoperta… sfioro i tuoi capelli freschi e odorosi… sfioro il tuo viso le sue ferite… accarezzo con un tocco lieve il tuo collo liscio e fiero, sento mille vibrazioni al tocco del tuo seno… sfioro l’omellico accarezzo le tue intimità ricavandone sensazioni infinite… sfioro le tue gambe forti e sode… poi mi accorgo che è solo un sogno, ma che bel sogno… a te donna dovunque tu sia, chiunque tu sia… ritorna a farmi rivivere un sogno.
La razza umana? Che il buon Dio ce ne scampi, in un modo o nell’altro. Tengo duro e aspetto di morire. Che dire, si vive un giorno alla volta, e non è mai stato facile. Teniamo duro.
Un cuore grande accoglie grandi amori… ma anche grandi sofferenze.
Triste: passato remoto del verbo vivo.
In questo periodo di festa siamo tutti impegnati a festeggiare mangiare farci gli Auguri stendendo un velo se così si può dire egoistico, con gli occhi coperti da indifferenza. Tuttavia ci dimentichiamo che alcune persone in questo stesso istante si sentono più sole di Quanto la solitudine i se Stessa Possa infondere Sugli Animi.
Il problema non è che ho paura che gli altri non mi accettino…Sono io che non riesco ad accettarmi…
Accarezzo il tuo corpo nudo, alla sua scoperta… sfioro i tuoi capelli freschi e odorosi… sfioro il tuo viso le sue ferite… accarezzo con un tocco lieve il tuo collo liscio e fiero, sento mille vibrazioni al tocco del tuo seno… sfioro l’omellico accarezzo le tue intimità ricavandone sensazioni infinite… sfioro le tue gambe forti e sode… poi mi accorgo che è solo un sogno, ma che bel sogno… a te donna dovunque tu sia, chiunque tu sia… ritorna a farmi rivivere un sogno.
La razza umana? Che il buon Dio ce ne scampi, in un modo o nell’altro. Tengo duro e aspetto di morire. Che dire, si vive un giorno alla volta, e non è mai stato facile. Teniamo duro.
Un cuore grande accoglie grandi amori… ma anche grandi sofferenze.
Triste: passato remoto del verbo vivo.
In questo periodo di festa siamo tutti impegnati a festeggiare mangiare farci gli Auguri stendendo un velo se così si può dire egoistico, con gli occhi coperti da indifferenza. Tuttavia ci dimentichiamo che alcune persone in questo stesso istante si sentono più sole di Quanto la solitudine i se Stessa Possa infondere Sugli Animi.
Il problema non è che ho paura che gli altri non mi accettino…Sono io che non riesco ad accettarmi…
Accarezzo il tuo corpo nudo, alla sua scoperta… sfioro i tuoi capelli freschi e odorosi… sfioro il tuo viso le sue ferite… accarezzo con un tocco lieve il tuo collo liscio e fiero, sento mille vibrazioni al tocco del tuo seno… sfioro l’omellico accarezzo le tue intimità ricavandone sensazioni infinite… sfioro le tue gambe forti e sode… poi mi accorgo che è solo un sogno, ma che bel sogno… a te donna dovunque tu sia, chiunque tu sia… ritorna a farmi rivivere un sogno.
La razza umana? Che il buon Dio ce ne scampi, in un modo o nell’altro. Tengo duro e aspetto di morire. Che dire, si vive un giorno alla volta, e non è mai stato facile. Teniamo duro.