George Orwell – Vita
Chi controlla il passato controlla il futuro… Chi controlla il presente controlla il passato.
Chi controlla il passato controlla il futuro… Chi controlla il presente controlla il passato.
C’è chi lotta e c’è chi spera, c’è chi lavora fino a sera. C’è chi sogna e c’è chi crede che la vita sia una catena. C’è chi piange e non capisce che col pianto non si cresce, ma tu vivi e non pensare: non è mai tardi per darsi da fare!
A volte facciamo fatica a vivere, altre fatichiamo a credere di potercene andare in un attimo.
Che cos’è la vita? Una sfida volta a valorizzare ogni singolo istante di cui essa si compone.
Amati. Guardati allo specchio e impara ad apprezzarti per quella che sei. Avvolta dalla tua naturale eleganza, da quel fascino che ti appartiene e ti rende miele. Lascia perdere i probabili chiletti di troppo, quei capelli non sempre perfetti, quei movimenti a volte un po’ goffi. Fai di ogni tua diversità una particolarità. Guarda la tua immagine riflessa e scopri la favola nascosta dentro te stessa. Ognuna di noi ha qualcosa di grande ed immenso da dare, da dimostrare. In te, credici almeno tu. Se ti lasci andare rischi di soccombere, là fuori è una giungla pronta a mordere. Ridi ancora che sei bella quando il tuo corpo in breve riesce a tramutarsi in farfalla.
Un’insegnante chiese agli scolari della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati in realtà avessero questi bambini provenienti da quartieri poveri. Ma sapeva che quasi tutti avrebbero disegnato panettoni o tavole imbandite.L’insegnante fu colta di sorpresa dal disegno consegnato da Tino: una semplice mano disegnata in maniera infantile.Ma la mano di chi?La classe rimase affascinata dall’immagine astratta. “Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare” disse un bambino. “Un contadino” disse un altro, “perché alleva i polli e le patatine fritte”.Mentre gli altri erano al lavoro, l’insegnante si chinò sul banco di Tino e domandò di chi fosse la mano. “È la tua mano, maestra” mormorò il bambino.Si rammentò che tutte le sere prendeva per mano Tino, che era il più piccolo e lo accompagnava all’uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Tino voleva dire molto.Hai mai pensato al potere immenso delle tue mani?
Non essere avidoprendi quello che la vita ti dàse poi vuoi aiutarla ad essere più clementeallora fallo con onestàverrai sicuramente ripagato.