Gianluca Menegazzo – Morte
Il torpido dolo che hai lasciato nel mio cuore ancora riflette malinconia nonna, mai avrei creduto che potesse accadere e ancora ne soffro.
Il torpido dolo che hai lasciato nel mio cuore ancora riflette malinconia nonna, mai avrei creduto che potesse accadere e ancora ne soffro.
Funerea falce nell’infinito ventre oscilla sul capo dei condannati a vita.
Un sorriso di un momento, l’eternità del ricordo che delinea quell’anima speciale, quel cuore che ignaro delle difficoltà, trova infinita energia nell’aiutare il prossimo, mai cadrà, sarà sempre lì con la stessa forza che lo ha fatto nascere.
È meglio morire svuotandosi che riempendosi, e meglio di fame che d’indigestione.
Tutto ciò che vive deve morire, passando dalla natura all’eternità.
Grandi tuoni si odono all’orizzonte, sono tiri di artiglieria verso di noi, sono nella mia buca, se nessuna supposta cade qui dentro anche oggi la mia dose di fortuna è stata con me a paro paro.
La nascita e la morte sono due imposizioni che ci vengono date.Non abbiamo la possibilità di scegliere se e quale accettare, o quale rifiutare.L’unica differenza è che la vita ti apre mille porte la morte le chiude.