Gianluca Menegazzo – Morte
Il torpido dolo che hai lasciato nel mio cuore ancora riflette malinconia nonna, mai avrei creduto che potesse accadere e ancora ne soffro.
Il torpido dolo che hai lasciato nel mio cuore ancora riflette malinconia nonna, mai avrei creduto che potesse accadere e ancora ne soffro.
Quando gli specchi rifletteranno l’anima il mondo sarà pieno di spettinati e malvestiti.
Sento dentro di me un tamburo che batte forte… un suono assordante che mi fa diventare i muscoli come l’acciaio, gli occhi si aprono, il respiro più profondo, l’ira sale lenta nelle vene come il fuoco, la cattiveria prende il sopravvento, il disprezzo comanda le mie azioni. Adesso sono pronto.
L’ultimo momento cosciente, in cui potremo dire “io”, sarà quello in cui muoriamo. Il resto è un grande punto interrogativo.
Amore, anche oggi il tuo sorriso, i tuoi occhi la tua chimica mi fanno sentire importante, non desidero altro se non te.
Qual è la morte peggiore? Morire ucciso da un’arma da fuoco? Morire sul posto di lavoro? Morire in un incidente stradale? Morir di solitudine? Morire di una malattia incurabile? Morire suicida? Morire d’amore?
Tutto ciò che si può chiedere a qualcuno che abbiamo sempre sentito così al di sopra di noi è ottenere che il nostro ultimo sguardo si fissi nel suo, in quel volto per il quale non c’importa di morire.