Giorgio De Luca – Stati d’Animo
Quando ti assale la tristezza, fai un bagno con shampoo al sorriso due volte al giorno, ti aiuterà a stare meglio.
Quando ti assale la tristezza, fai un bagno con shampoo al sorriso due volte al giorno, ti aiuterà a stare meglio.
M’accingo a perdermi nell’infinito della notte, tra crampi morali e vie di fango, musiche decadenti e prati in fiore.
E poi dicono che uno sbaglia a lamentarsi dei servizi pubblici. È da quando ero bambino che aspetto il treno della felicità.
Incantata, ammirata, estasiata, imbambolata, rapita, affascinata, abbagliata, stupita, trasognata, compiaciuta, esaltata, impensierita, impaurita: innamorata!
Saprò sempre riconoscere un vero abbraccio da un falso contatto di pelle. Non è difficile riconoscerlo. Quello vero resta e si ripete all’infinito, il finto contatto dura un momento e non sarà cercato più perché niente ha lasciato dentro a chi lo ha ricevuto o donato.
Per quanto il desiderio mi sia pelle e la passione, drappo cucito a questa, mi appartiene una compostezza antica che non mi permette di osare. Per quanto le lacrime mi siano acido e per come mi stiano corrodendo da dentro, ho un asse che mi tiene la schiena dritta. Mi pervade lo sgradevole odore della resa anticipandomi il pensiero ed i passi e m’intralcia il cammino come mi fosse pietra che sa quando cadermi sul cuore, schiacciandolo, vittima sfigurata di un incidente previsto.
Era complicato far cambiare idea a qualcuno che si era convinto di non valere niente, anche quando tutto il mondo diceva il contrario.
M’accingo a perdermi nell’infinito della notte, tra crampi morali e vie di fango, musiche decadenti e prati in fiore.
E poi dicono che uno sbaglia a lamentarsi dei servizi pubblici. È da quando ero bambino che aspetto il treno della felicità.
Incantata, ammirata, estasiata, imbambolata, rapita, affascinata, abbagliata, stupita, trasognata, compiaciuta, esaltata, impensierita, impaurita: innamorata!
Saprò sempre riconoscere un vero abbraccio da un falso contatto di pelle. Non è difficile riconoscerlo. Quello vero resta e si ripete all’infinito, il finto contatto dura un momento e non sarà cercato più perché niente ha lasciato dentro a chi lo ha ricevuto o donato.
Per quanto il desiderio mi sia pelle e la passione, drappo cucito a questa, mi appartiene una compostezza antica che non mi permette di osare. Per quanto le lacrime mi siano acido e per come mi stiano corrodendo da dentro, ho un asse che mi tiene la schiena dritta. Mi pervade lo sgradevole odore della resa anticipandomi il pensiero ed i passi e m’intralcia il cammino come mi fosse pietra che sa quando cadermi sul cuore, schiacciandolo, vittima sfigurata di un incidente previsto.
Era complicato far cambiare idea a qualcuno che si era convinto di non valere niente, anche quando tutto il mondo diceva il contrario.
M’accingo a perdermi nell’infinito della notte, tra crampi morali e vie di fango, musiche decadenti e prati in fiore.
E poi dicono che uno sbaglia a lamentarsi dei servizi pubblici. È da quando ero bambino che aspetto il treno della felicità.
Incantata, ammirata, estasiata, imbambolata, rapita, affascinata, abbagliata, stupita, trasognata, compiaciuta, esaltata, impensierita, impaurita: innamorata!
Saprò sempre riconoscere un vero abbraccio da un falso contatto di pelle. Non è difficile riconoscerlo. Quello vero resta e si ripete all’infinito, il finto contatto dura un momento e non sarà cercato più perché niente ha lasciato dentro a chi lo ha ricevuto o donato.
Per quanto il desiderio mi sia pelle e la passione, drappo cucito a questa, mi appartiene una compostezza antica che non mi permette di osare. Per quanto le lacrime mi siano acido e per come mi stiano corrodendo da dentro, ho un asse che mi tiene la schiena dritta. Mi pervade lo sgradevole odore della resa anticipandomi il pensiero ed i passi e m’intralcia il cammino come mi fosse pietra che sa quando cadermi sul cuore, schiacciandolo, vittima sfigurata di un incidente previsto.
Era complicato far cambiare idea a qualcuno che si era convinto di non valere niente, anche quando tutto il mondo diceva il contrario.