Giorgio Guccione – Vita
Non arrancate, fatevi spazio nella vita!
Non arrancate, fatevi spazio nella vita!
I ricordi non hanno bisogno di essere chiamati per nome, tornano sempre comunque.
Non conviene riempire di miele un vaso che sa di aceto, diceva Sofocle. E, forse, dico io, questa saggezza vale anche per tutte quelle relazioni (amicizia, amore, simpatia, etc) che sono partite da binari sbagliati, che sono finite su strade chiuse, che si sono sbriciolate alla prima difficoltà, che si sono rivelate dannose e deleterie per noi o per l’altro, a perfido dispetto della speranza ripostavi, degli occhi lucidi e del cuore palpitante. Non conviene tirarle su, ripararle a tutti i costi, fare immani fatiche per reindirizzarle sulla strada giusta, ostinarsi a credere che possano raggiungere una qualsiasi meta, decorarle di attese e avverbi dubitativi, addolcirle di pazienza e musica. Non conviene, soprattutto se ogni nostro gesto e tentativo è puntualmente ignorato o boicottato dalla controparte. Non conviene inseguire il giorno, non conviene illuminare il cielo della notte, perché ci sono stelle che, con troppa luce, non potremmo vedere. Ci sono stelle che disegnano miti e leggende (un lampione non lo sa fare), stelle che ci ridimensionano nella nostra confortevole piccolezza, consolandoci al contempo del nostro sentirci smarriti sotto un cielo che avremmo voluto dividere e condividere con chi già dormiva, andava, moriva, spariva, non c’era e non c’era mai stato.
Spesso, quando analizziamo la nostra vita, ci comportiamo come un retrovisore di una macchina. Vediamo solo il passato mentre, il presente, che ci è a fianco, non riusciamo a vederlo.
Non sempre ci si può riparare dalle piogge della vita.
La realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti.Perciò, se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice.
Per quanto potessi sembrare stupido e taciturno, riconoscevo in mezzo secondo il volto di chi aveva qualcosa da dire, di chi come me era stanco della monotonia, di chi sentiva il bisogno di creare qualcosa di nuovo, ma forse la monotonia era troppa, allora ci accontentavamo di allontanarci.