Giovanni Melucci – Religione
Il riconoscere i propri peccati appartiene solo a chi riesce a confessarsi prima con se stesso e poi con Dio.
Il riconoscere i propri peccati appartiene solo a chi riesce a confessarsi prima con se stesso e poi con Dio.
La Bibbia è un documento che è giunto a noi dopo esser passato sotto le mani di diversi scribi, diversi amanuensi, diversi interpreti e diversi traduttori che è difficile, oggi, poterla “interpretare” per quel significato che aveva originariamente nel 250 a.C., il tempo a cui si fa risalire la sua prima forma scritta in lingua greca ad opera dei 72 saggi. L’origine è ben più remota così come il significato di alcuni suoi termini “fondamento” dell’impostazione religiosa degli ebrei. La verità è ben oltre, è cercando verso quell’oltre che si aprono occhi ed orecchie, ma quel che più conta è che si apre la mente.
Grazie al cielo e alla natura, non ho il dono dell’ubiquità.
Cade la sera, arriva la notte come ogni giorno faccio la mia preghiera. Prego Dio per la giornata che mi è stata concessa, per darmi saggezza, perché le cose mi vadano bene. Grazie Dio perché so che tu ci sarai sempre al mio fianco. Perché credo in te, perché tu sei mio padre celestiale. Grazie per non farmi mollare alla prima difficoltà. Grazie Dio perché non mi abbandonerà mai.
Stupendi e meravigliosi occhi mio buon Dio hai, spero si posino su chi ha bisogno del tuo amore.
Sono anime condotte in paradiso quelle che si affidano a Dio.
Il dubbio più serio mai gettato sull’autenticità dei miracoli biblici è il fatto che la maggioranza dei loro testimoni erano pescatori.