Giulio Castronovo – Ricchezza & Povertà
L’uomo veramente povero è privo di affetti, non di danari.
L’uomo veramente povero è privo di affetti, non di danari.
Vedo gente che si raduna davanti ai negozi per fare acquisti, ma i più desistono. Tantissimi saldi, pochissimi soldi, questo è il messaggio che mi proviene dagli occhi smarriti della gente. Noto sguardi disorientati, quasi il segno di un mondo che, se per alcuni prosegue indifferente il suo cammino, per altri invece ogni cosa perde valore. È il sintomo evidente di una crisi importante, ma anche di una disparità sociale ed economica molto accentuata dove spesso è l’uomo comune ad uscirne nobilitato, ad adottare le strategie più rassicuranti per tracciare i profili umani delle differenze in campo. Si consola pensando all’idea di una buona cena con gli amici o in famiglia, di un buon film al cinema, a quei precetti nostrani che odorano di tradizione come il ragù di carne la domenica.
I poveri si dividono in due categorie: quelli che hanno fame e quelli che hanno fame.
Quando gli stati sono in crisi, prima di togliere risorse ai ricchi, state certi che le toglieranno ai poveri.
Ma senza denaro l’onore non è altro che una malattia.
Nel terzo mondo non hanno niente e non si lamentano mai. Probabilmente non si lamentano mai perché, non avendo niente, non c’è niente di cui lamentarsi.Allora noi perché ci lamentiamo sempre? Sarà, forse, perché abbiamo troppo?
Meglio accettare una vera bugia che una falsa coerenza.