Giuseppe Catalfamo – Morte
Morire non dovrà essere poi così tremendo.Son stato ricoverato due volte in condizioni più o meno gravi, non ho praticamente ricordi dei momenti più concitati.Deduco che, fossi morto, non ne avrei neanche il ricordo.
Morire non dovrà essere poi così tremendo.Son stato ricoverato due volte in condizioni più o meno gravi, non ho praticamente ricordi dei momenti più concitati.Deduco che, fossi morto, non ne avrei neanche il ricordo.
Da che l’uomo s’è imbellettato di regole e morali,definendosi “civile”,l’inciviltà la fà da padrone.
Chi vive per l’eternità non ha mai paura di morire.
La Morte è qui, e la Morte è là; da per tutto la Morte è all’opera; intorno a noi, in noi, sopra di noi, sotto di noi è la Morte; e noi non siamo che Morte….Da prima muoiono i nostri piaceri, e quindi le nostre speranze, e quindi i nostri timori; e quando tutto ciò è morto, la polvere chiama la polvere e noi anche moriamo.
Ci sono due correnti d’approccio alla “vita”.Gli Eletti che credono in un Dio.I Dannati che cercano senso e verità.Certo ci sarebbe una terza che non crede in Dio e non si pone domande… ma quelli sono Ominidi.
La morte è un passaggio nell’eternità.L’eternità è incomprensibile.
Alla perdita di quelli che amiamo, è meno la loro vita che ci sfugge che la loro morte che c’invade.