Guido Ceronetti – Morte
È meglio morire svuotandosi che riempendosi, e meglio di fame che d’indigestione.
È meglio morire svuotandosi che riempendosi, e meglio di fame che d’indigestione.
A volte penso sia uno spreco di tempo dormire, perché la notte è da vivere. Quando morirò poi, avrò tutta l’eternità per dormire.
Tutto quello che conta non è vivere, ma saper morire.
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
La Morte estrae i numeri senza bisogno di mettere la benda e mischiare le palline.
Vivere significa ribadire la propria forma. In questo senso il morire è l’azione estrema.
Ogni tanto mi perdo tra l’aldiqua e l’aldilà, poi mi ritrovo e scopro che è ora di svegliarmi e pizzicarmi per sapere se sono ancora vivo.