Hans Christian Andersen – Vita
La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio.
La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio.
Se piangi di gioia, non sprecare le tue lacrime: le stai rubando al dolore.
Nella vita non conta quale strumento adoperiamo, bensì, quali note suoniamo.
La vita è uno specchio in cui ognuno lascia l’impronta della propria immagine con il suo riflesso.
Un giorno, chi sa quando; oggi. Domani. Fra un mese. Fra un anno. Verranno a chiedermi di rendere indietro la mia vita e mi diranno: “L’hai tenuta. Ma non è tua. Adesso rendicela, ché è scaduto il tuo prestito… ” Ed io lascerò loro tutto di me, compresi i ricordi; compreso il passato; il mio vissuto. Queste però sono cose che mi appartengono; sono mie! Perché devo rendere indetro anche queste? “Perché quando si muore, si rende tutto. Si lascia tutto. Non si esiste più. ” Ma io ho pagato a caro prezzo, ogni singolo attimo della mia esistenza! “Sì, ma vedi, è così che funziona. Hai un corpo in affitto. Ci fai delle migliorie. Ricostruisci il dentro, il fuori. Ti ci vuole fatica e sudore, ma… é in affitto. Non ti appartiene. Devi rendere tutto indietro. Questa è la legge. ” La legge di chi? Chi? Chi? Chi? Chi, può essere così crudele da avere inventato un tale sistema! Dovrò rendere anche la mia mente, i miei ricordi, il mio amore… “Tutto!” Ma io non voglio! Non posso! L’amore non si può dare in affitto! L’amore è mio, mio, mio! “Sì, ma muore con te. Questa è la legge. ” Non avrò più la mia mente… La capacità di ragionare… Di amare… Di capire, pensare… Perché fate questo? “Non esiste risposta alla tua domanda. È semplicemente la legge. ” E dunque morirò. Vi renderò tutto, tutto, tutto! Ma non mi arrenderò mai alla legge!
Non pretendevamo un posto comodo e sicuro, ci saremmo accontentati di un posto dove saremmo potuti restar soli, qualcosa da cui partire, avevamo molta voglia di partire, avevamo bisogno di staccare da questa stancante società, e ci saremmo accontentati del fatto che ci avreste lasciato fare quello che veramente volevamo.
Giudicare, troppo facile. Devi conoscere fin in fondo chi hai davanti per poterlo giudicare, devi sapere da dove viene, quale crudeltà e durezza ha dovuto sopportare per arrivare dove è adesso. Sapere come si chiama una persona, “non vuol dire conoscerlo!. Quindi prima di parlare (giudicare) criticare, leggi dentro al cuore delle persone, comprendi che la durezza molte volte significa” sofferenza” e sappi che dietro a tanti sorrisi si nasconde quasi sempre il dolore che non tutti riescono a comprendere e capire!