Henny Youngman – Stati d’Animo
Mi piaci, io non ho nessun gusto, ma mi piaci.
Mi piaci, io non ho nessun gusto, ma mi piaci.
Le cose che ho imparato dai miei mille perché. Che con la consapevolezza dei se e dei ma e dei però non si è costruito nulla, ma si è demolito la certezza di tutto. Che nei miei dubbi ho cercato di entrarci ed uscirci, perché entrandoci fossi capace di capire i miei sbagli. Che lo sbaglio non è mai di una singola persona, ma sta in ognuno di noi la colpa. Che si può essere neutrali, ma la neutralità va applicata su tutti. Che si può credere a qualcuno, ma si deve credere anche all’altro. Che dagli sbagli bisogna imparare e non solo giudicare. Che tutti siamo vittime e carnefici di ogni nostra azione. Che ad ogni azione corrisponde una reazione. Che essere buoni, non significa essere sceme. Che non si può condannare gli altri e nascondere quello che noi facciamo. Che credo alla buona fede ma che poi le azioni dimostrano quello che siamo. Ora fra dubbi, verità, bugie, nulla è come è ma continuo a sperare, credere, amare.
Ti senti la fortuna incollata addosso quando trovi qualcuno in grado di capovolgere le giornate no, in sorrisi.
La sensibilità è il vestito dell’anima, con cui ella manifesta la luce dei valori profondi.
Reggo così bene il peso delle mie infelicità che non potrò mai essere una vera infelice.
Urlo, come il mare in tempesta, che sbatte e si infrange sugli scogli dei miei errori e non so cosa potrei far per cambiare il passato, rimediare non si può, quello che fu resta, quello che sono, lo sarò per sempre.
Se esser folli significa trafugare di tutto ciò che è vita, allora sì, voglio esser folle!