Igor Sibaldi – Vita
Sovrano, sì, ma sempre svelto a sorridere a lei, perché solo sorridendole riusciva a non abbassare lo sguardo.
Sovrano, sì, ma sempre svelto a sorridere a lei, perché solo sorridendole riusciva a non abbassare lo sguardo.
A volte a essere troppo sinceri si corre il rischio di essere presi per falsi! Eh già. È un controsenso. Ma di che ci stupiamo? La stessa vita è un controsenso, è una continua lotta per non “morire”.
Lontani da casa, dai loro affetti e dal loro “Porto sicuro”. Una scelta portata sicuramente dall’amore verso il prossimo, dalla forza interiore e da un cuore grande. Mogli e madri in attesa, figli che ricordano a malapena il volto dei loro padri. Coraggio! Tanto coraggio… Un’enorme dose di coraggio nei cuori di chi a casa aspetta. Altrettanto coraggio nei cuori di chi lotta, rischia aspettando di tornare. Uomini!? No… Anche se la loro è una scelta, io li ritengo eroi! Eroi che non siedono su una poltrona che li rende pieni di potere e ricchi, ma eroi che adempiono al loro dovere mettendo a rischio la loro vita. Eroi che non mangiano sulle spalle degli altri, ma che mettono in prima linea le loro vite per salvaguardare le nostre.
Il mondo è pieno di piccole gioie; l’arte consiste nel saperle distinguere.
La chiave per la felicità non esiste… perché la felicità non è un valore assoluto… è solo qualcosa che si rincorre per tutta l’esistenza, si cerca, si riesce ad assaporarne raramente e solo per pochi istanti la vera essenza… e poi, intrepida e crudele, fugge.
Schiene ricurve ricamano di vita i campi nelle messi, volti segnati da profonde rughe assorbono i riflessi, ornano il capo i cappelli dalla larga falda giallo paglia, lucide falci incrociano i raggi del soleche nel brillar si staglia.Grano dorato ondeggia nell’attesa delle affilate lame, involucri sottili rivestono i piccoli chicchi impazienti di trasformarsi in pane.Mietere il grano a mano, chissà se esiste ancora chi lo fà, entra nei campi il rombo del progresso spazzando via quei tempi là, ne sentono mancanza le grandi aie dove dopo fatica si faceva festa, tovaglie stese a sventolare è quello che ne resta.Orfani attrezzi agricoli arredano i musei nel ricordar le gesta.
Al giorno d’oggi l’immaginazione visiva della gente è più sofisticata, più sviluppata, specialmente nei giovani, tanto che ora puoi fare una foto che suggerisce solo un piccolo qualcosa, poi di essa si può fare davvero ciò che si vuole.