Ivan Pitrulli – Paura & Coraggio
Non ho paura di morire, ho paura di fallire.
Non ho paura di morire, ho paura di fallire.
Da sola ho affrontato le difficoltà, da sola ho cercato le soluzioni che servivano, da sola ho preso decisioni, sbagliate o meno, da sola ho capito che è meglio aggrapparsi a se stessi che agli altri.
Chi sei? Ti domanderà un giorno, qualcuno. Tu camminerai oltre con la tua identità dove si accumulano spesso le piogge, la grandine, il fumo delle sigarette, l’odore del caffè bruciato; camminerai cercando di non affondare troppo nei sogni, per rimanere fortemente triste davanti ai tristi che gridano ai miracoli senza gustarli una buona volta, davanti all’unico uomo che sorride alla pioggia, al fango, al fumo di sigarette o quando piange non perché è solo ma solo perché non potrebbe fare tacere il cuore, dove tutti i miracoli esistono e senza fare alcun rumore.
Credere. Disperatamente credere. Questo è il comune denominatore di chi è spaventato. Dalla vita, dalla morte, dagli individui, dai mostri del cuore. Credere disperatamente che tutto possa andar meglio, credere disperatamente che esista qualcuno in grado di alleviare le sofferenze, credere disperatamente che il domani possa essere migliore.
In realtà quel che ci manca è il semplice coraggio di partire e abbandonare tutto ciò che ci fa male: persone, ricordi. Ciò di cui in realtà abbiamo bisogno è resettare la mente, il cuore e l’anima.
Per rinascere bisogna avere il coraggio di far entrare la luce nell’anima.
Perché mai a me questa paura, stabilmente, come un guardiano davanti al mio cuore profetico volteggia? E un canto non richiesto, non pagato, pronuncia profezie, né posso io scacciarlo come si fa con sogni confusi, in modo che la fiducia rassicurante sieda sul trono della mia mente?