Jacqueline Miu – Frasi in lingua straniera
I’am a small writer in a big world of aliens.Sono una piccola scrittrice in un grande mondo popolato da alieni.
I’am a small writer in a big world of aliens.Sono una piccola scrittrice in un grande mondo popolato da alieni.
Homophobia is another brick in the wall!L’omofobia è un altro mattone nel muro!
Did i believe you? I always believed in you.
Où la joie a le plus de rires, la douleur a le plus de larmes.Dove la gioia ti fa più ridere, il dolore ti porta più lacrime.
No princípio do fimHà ruídos que não se ouvem mais:- o grito desgarrado de uma locomotiva na madrugada- os apitos dos guardas noturnos quadriculando como um mapa acidade adormecida- os barbeiros que faziam cantar no ar suas tesouras – a matraca dovendedor de cartuchos- a gaitinha do afiador de facastodos esses ruídos que apenas rompiam o silêncio.E hoje o que mais se precisa è de silêncios que interrompam o ruído.Mas que se hà de fazer?Hà muitos – a grande maioria – que jà nasceram no barulho. E nem sabem, nem notam, por que suas mentes são tão atordoadas, seus pensamentos tão confusos. Tanto que, na sua bebedeira auricular, sò conseguem entender as frases repetitivas da música pop. E, se esta nossa “civilização” não arrebentar, acabamos um dia perdendo a fala – para que falar? Para que pensar? -, ficaremos apenas no batuque: “Tan! Tan! Tan! Tan! Tan!”Al principio della fineCi sono rumori che non si sentono più:- il grido solitario di una locomotiva nell’alba;- i fischietti delle guardie notturne che squadrano come una mappa la città addormentata;- i barbieri che facevano cantare per l’aria le loro forbici;- il tric-trac del venditore di castagne;- lo zufoletto dell’affilatore di coltelli.Tutti quei rumori che appena rompevano il silenzio. E oggi quel di cui più c’è bisogno sono silenzi che interrompano il rumore.Ma che possiamo farci? Molti – la grande maggioranza – sono nati già nel frastuono. E neanche lo sanno, neanche lo notano, tanto le loro menti sono stordite, i loro pensieri confusi. Tanto che, nella loro ubriacatura auricolare, riescono solo a sentire le frasi ripetitive della musica pop. E, se questa nostra “civiltà” non esploderà prima, un giorno finiremo per perdere la favella: perché parlare? Perché pensare? Resteremo soltanto col suono dei tamburi: “Tan! Tan! Tan! Tan! Tan!”
La mente è un’amante agitata, che tu preferisci addomesticare lentamente, come se ne fossi un devoto discepolo, perché lei e non il tuo corpo, apre le porte a tutte le più grandi soddisfazioni.
Sometimes we are limited more by attitude than by opportunities.A volte siamo limitati dai nostri stessi comportamenti piuttosto che dalla mancanza di opportunità.