Jean Rostand – Paradiso & Inferno
Non so cosa sia un paradiso nel quale sono privato del diritto di preferire l’inferno.
Non so cosa sia un paradiso nel quale sono privato del diritto di preferire l’inferno.
Mi preferirei all’inferno piuttosto che in quel purgatorio transitorio e sospeso dove, come ripostiglio, vengono ammassati i più. Di paradiso non c’è orizzonte alcuno. Né lo vorrei. Mi tengo le miei piume ammazzate ché la mia “voliera” è un reame.
Il paradiso è un’illusione effimera, una speranza nuova, che l’anima dona al cuore per accudirlo al dolore.
Nel caso che qualcuno degli Osceni di Dio si renderà colpevole di qualche piccola sparizione, e sa di cosa parlo, può scommettere tranquillamente sulla Madre che i suoi finiranno in un inferno tale che Gli invocheranno supplicando e gridando il suo peggiore, tremendo e caldo degli inferni, al confronto un paradiso misericordioso, senza ottenerlo. Ne sarà direttamente responsabile. È una minaccia/promessa.
Del Paradiso non posso dire con esattezza, perché non ci sono mai stato.
Potrai sempre salire sulle tue nuvole ogni volta che sarai sceso nel tuo inferno.
Che bello! Vorrei che il tempo si fermasse per stare ancora un po’ in questo paradiso. Mare, sole, spiagge dorate, conchiglie bianche e tanta voglia di vivere.