Johann Wolfgang Goethe – Guerra & Pace
Io sono un figlio della pace e voglio aver pace in eterno con tutto il mondo, dato che finalmente l’ho conclusa con me stesso.
Io sono un figlio della pace e voglio aver pace in eterno con tutto il mondo, dato che finalmente l’ho conclusa con me stesso.
Non possiamo avere la presunzione di tracciare il sentiero per la pace, ma possiamo smettere di costruire armi e di costituire eserciti.
Quando ingaggi guerra, sulla tua terra avrai messo serra, e del coltivato sarai il primo ad aver mangiato.
Non tutti i militari subiscono il processo di deumanizzazione, i più forti riescono a combatterlo.
Nella lontananza dell’oggetto amato ci sembra di diventare tanto più padroni di noi stessi, quanto più forte è il nostro amore, perché costringiamo interiormente tutta la forza della passione che si espandeva verso l’esterno; ma quanto rapidamente siam subito strappati da questo errore, quando colui al quale credevamo ormai di avere rinunciato, all’improvviso ci sta innanzi di nuovo, indispensabile.
Sia maledetto il soldato che spara contro il suo stesso popolo.
Cambia il tuo punto di vista: guarda la guerra con gli occhi disperati di un bambino.
Non possiamo avere la presunzione di tracciare il sentiero per la pace, ma possiamo smettere di costruire armi e di costituire eserciti.
Quando ingaggi guerra, sulla tua terra avrai messo serra, e del coltivato sarai il primo ad aver mangiato.
Non tutti i militari subiscono il processo di deumanizzazione, i più forti riescono a combatterlo.
Nella lontananza dell’oggetto amato ci sembra di diventare tanto più padroni di noi stessi, quanto più forte è il nostro amore, perché costringiamo interiormente tutta la forza della passione che si espandeva verso l’esterno; ma quanto rapidamente siam subito strappati da questo errore, quando colui al quale credevamo ormai di avere rinunciato, all’improvviso ci sta innanzi di nuovo, indispensabile.
Sia maledetto il soldato che spara contro il suo stesso popolo.
Cambia il tuo punto di vista: guarda la guerra con gli occhi disperati di un bambino.
Non possiamo avere la presunzione di tracciare il sentiero per la pace, ma possiamo smettere di costruire armi e di costituire eserciti.
Quando ingaggi guerra, sulla tua terra avrai messo serra, e del coltivato sarai il primo ad aver mangiato.
Non tutti i militari subiscono il processo di deumanizzazione, i più forti riescono a combatterlo.
Nella lontananza dell’oggetto amato ci sembra di diventare tanto più padroni di noi stessi, quanto più forte è il nostro amore, perché costringiamo interiormente tutta la forza della passione che si espandeva verso l’esterno; ma quanto rapidamente siam subito strappati da questo errore, quando colui al quale credevamo ormai di avere rinunciato, all’improvviso ci sta innanzi di nuovo, indispensabile.
Sia maledetto il soldato che spara contro il suo stesso popolo.
Cambia il tuo punto di vista: guarda la guerra con gli occhi disperati di un bambino.