John Mandevile – Paradiso & Inferno
Del Paradiso non posso dire con esattezza, perché non ci sono mai stato.
Del Paradiso non posso dire con esattezza, perché non ci sono mai stato.
Per alcuni di noi, per cui la vita è o bianca o nera, o tutto o niente, o dentro o fuori, senza mezze misure…l’essenza di ogni oggetto che possiamo possedere, dal più scontato al più raro, viene massimizzata, fondamentalmente privandosene. Perché solo la privazione aumenta il desiderio. E quando il desiderio è estremo, la sua percezione e intensità sono equivalenti a quelle di un orgasmo. Ebbene si. Bisogna fare l’amore. Fare l’amore con il cibo, con le proprie passioni, con la propria mente, con il proprio corpo, con il proprio uomo. E fare l’amore significa arrivare allo stremo delle energie fino a far male, a far mancare il respiro, a nauseare. Una sorta di masochismo paradossalmente rigeneratore, che si raggiunge solo rendendo esclusivo l’approccio con l’oggetto. L’abitudine è assuefazione che sminuisce il suo straordinario valore. Per questo bisogna fondamentalmente privarsene…
Che bello! Vorrei che il tempo si fermasse per stare ancora un po’ in questo paradiso. Mare, sole, spiagge dorate, conchiglie bianche e tanta voglia di vivere.
Non è detto che il paradiso attenda solo le anime di coloro che se ne sono andati. Il paradiso è ogni giorno facente parte della nostra vita, come un angelo ti sta vicino. E ne farai parte nel momento in cui lo scoprirai esplorando il tuo cuore.
Io sono come una “ventata”, ti faccio sorridere, ti regalo gioia ma appena sbagli ti ritrovi dritto all’inferno.Il passaggio è davvero breve.
Il vero paradiso non è in cielo, ma sulla bocca di una persona amata.
Dante ha sbagliato: non bisogna salire in paradiso, ma scendere all’inferno e aiutare le persone in difficoltà.