José Barletta – Stati d’Animo
Nel salvare gli altri perdiamo noi stessi.
Nel salvare gli altri perdiamo noi stessi.
Siamo solo numeri scritti su di un tabellone nero senza nome e cognome, buoni solo per contare i minuti, nessun diritto, nessuna speranza che possa estrarre ciò che rimane intrappolato nel fango che attanaglia la nostra rivoluzione, desiderosi di realizzare sogni che sono chiusi a chiave da ombre senza futuro, ma solo speranzosi che passano accrescere il proprio potere. Spezzeremo le catene emergendo dall’ombra per sperare in un futuro che possa regalarci tanta libertà di esprimere la nostra uguaglianza.
I segreti non sono mai gratis, c’è sempre qualcuno che paga il conto.
La pioggia estive gocciola di lira e d’ode. Due respiri tangibili e corpi che sfavillano sul vento. Il loro letto, fiume di color rubino, l’incantevole rapsodia che trascina il lieto fior di corpi, dove il torrente conguaglia arcobaleno, tra il sogno d’amore e realtà.
La speranza non può essere basata soltanto sull’ottimismo. Deve avere radici più profonde nella moralità, nella forza d’animo.
La notte mi allontana da tutto. Dalle ansie che mi provoca la convivenza, dalle regole che irretiscono la mia fantasia, dal buonsenso che frena i miei slanci. Quando scende il buio, mi spoglio delle paure, sciolgo i pensieri, libero la fantasia, chiudo gli occhi e volo via. Di notte sono solo io, la mia anima, la mia libertà.
Si parla della vita poiché solo con essa si possono comprendere le emozioni che la morte invece consegna al silenzio astratto della fine.Si parla dell’amore poiché solo con esso la vita concepisce sempre quelle emozioni dei sentimenti di storie senza tempo.Si parla del paradiso poiché si spera tramite esso non si abbia più timore della morte in quanto la vita e l’amore diventeranno probabilmente trascendentale continuità nell’eternità.