Kazuya Minekura – Religione
Se è tanto grande il tuo desiderio di avvicinarti a Dio, allora muori.
Se è tanto grande il tuo desiderio di avvicinarti a Dio, allora muori.
Io credo nel sole anche quando non brilla, io credo in Dio anche quando tace.
Mentre dormo e al mio risveglio Tu ci sei, grazie a Te per ogni momento che mi fai vivere, nella gioia e nel dolore, so che non mi lasci mai.
Per alcuni la religione è un’ancora, per altri un cappio.
Così, questo mito della caduta è, in contrasto con le intenzioni dello scrittore e del suo Dio, il mito del trionfo dell’uomo: un doppio e tragico trionfo, perché l’uomo ha conquistato la conoscenza, e perché ha avuto il coraggio di pagarla con la morte. Senza volerlo, l’autore della Bibbia ha scritto una pagina degna del mito di Ulisse nell’Inferno di Dante. Nel pessimismo ebraico-cristiano il diritto alla conoscenza si paga con la morte e la dannazione: ma è un diritto che l’uomo si è storicamente acquisito, e che nessuno può togliergli: parola di Dio.
I miei mi hanno insegnato la carità cristiana a suon di bastonate.
Il ragionamento di chi attacca le religioni è in realtà un postulato, si sostituisce alla conoscenza dei concetti e degli argomenti attaccati, di modo che l’offensiva non viene condotta contro le ragioni delle persone e delle religioni incriminate, ma contro l’immagine fantastica che l’autore degli attacchi si è fatto di esse. Cosa ne è stato dell’equilibrio? Dov’è finito lo spirito critico? Dov’è la filosofia? Dov’è la capacità dell’intellettuale di formulare tesi verificabili e legittime, tenendo conto anche di argomenti che non vanno necessariamente nella stessa direzione?