Laura Carlisi – Morte
Una realtà senza poesia, un sonno senza sogni, la morte.
Una realtà senza poesia, un sonno senza sogni, la morte.
Commettere gravi errori è un po’ come morire, non c’è possibilità di tornare indietro. Gli errori però possono essere evitati, la morte invece no, quella è inevitabile.
Morire è soltanto cessare di vivere e sbrigare la cosa una volta per tutte.
In punto di morte mi consolerà il pensiero di aver meritato il paradiso di cani, insetti e piante più di quello di cristiani, buddisti e musulmani.
Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l’uomo è morto.
Chi ben vive, ben muore.
È la stessa polvere da cui proveniamo quella che a poco a poco ci ingoierà.
Commettere gravi errori è un po’ come morire, non c’è possibilità di tornare indietro. Gli errori però possono essere evitati, la morte invece no, quella è inevitabile.
Morire è soltanto cessare di vivere e sbrigare la cosa una volta per tutte.
In punto di morte mi consolerà il pensiero di aver meritato il paradiso di cani, insetti e piante più di quello di cristiani, buddisti e musulmani.
Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l’uomo è morto.
Chi ben vive, ben muore.
È la stessa polvere da cui proveniamo quella che a poco a poco ci ingoierà.
Commettere gravi errori è un po’ come morire, non c’è possibilità di tornare indietro. Gli errori però possono essere evitati, la morte invece no, quella è inevitabile.
Morire è soltanto cessare di vivere e sbrigare la cosa una volta per tutte.
In punto di morte mi consolerà il pensiero di aver meritato il paradiso di cani, insetti e piante più di quello di cristiani, buddisti e musulmani.
Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l’uomo è morto.
Chi ben vive, ben muore.
È la stessa polvere da cui proveniamo quella che a poco a poco ci ingoierà.