Lev Nikolaevic Tolstoj – Stati d’Animo
Vedeva che loro, in quella sala piena di gente, si sentivano soli.
Vedeva che loro, in quella sala piena di gente, si sentivano soli.
D’accordo, sono un figlio del demonio; l’intera umanità mi annoia e no, non è paura, sebbene qualcosa in loro mi spaventi, e non è invidia perché non voglio nulla di ciò che loro vogliono, è solo che in tutte quelle ore di parole parole parole non sento niente di davvero buono, coraggioso o nobile, e che valga un briciolo del tempo in cui mi hanno impallinato le cervella.
A volte mi guardo riflesso nello specchio e penso di conoscermi, ma poi mi accorgo che nemmeno io mi conosco.
Con le parole puoi ingannare un cuore ingenuo, ma non un cuore pieno di lividi come il mio. Conosco la gioia e il dolore. L’amicizia vera e quella falsa. I parenti buoni e quelli cattivi. Sono talmente abituata al peggio che le parole apparentemente belle nemmeno mi sfiorano più.
È facile sentirsi superiori agli altri, infangando con sotterfugi e bugie la dignità altrui! È facile sputare veleno per difendersi da chi si ritiene superiore! La cosa difficile è convivere accettando che qualcun altro potrebbe essere migliore di noi! Noi non siamo il mondo, è il mondo a formarsi di noi. Quindi formiamolo di “umiltà” non di superiorità!
Ho pensato molte volte alle parole da dire, ai discorsi da comporre e poi le parole che ho detto erano tutte, tranne quelle pensate.
Solo la complicità dell’inquisitore e dell’inquisito, fonde colori creando Luce contro ogni cospirazione dell’oscurità.