Leybi Constanza Rosado Cabrera – Stati d’Animo
Amo la mia solitudine perché non mi lascia mai da sola.
Amo la mia solitudine perché non mi lascia mai da sola.
Ci si abitua anche a questo vuoto dentro. Le parole fanno eco come in una caverna dall’antro minaccioso. Vedo solo il bianco ed il nero come la neve di notte, come l’inchiostro sulla carta, come la scacchiera su cui giocare la mia partita con te, come la stoffa del pied de poule di un foulard, come lo sheridan’s dolcissimo che mi tiene compagnia, lasciandomi affogare. Se la crisalide spaccasse il vetro, allora, sarebbe colore.
Composta e a modo, nascondo le mie maniere selvagge e le mie abitudini primitive. Sono nata nell’era sbagliata, epoca matrigna che non mi accoglie, orfana a questo mondo fatto di convenevoli e “si deve”, “si fa”. Non chiedo permesso e sgomito per dribblare e doppiare, mi fermo solo quando il fiato è troppo corto e le gambe non ce la fanno più. E ad essere selvaggi c’è un vantaggio, ché lì fuori è una giungla e bisogna saper essere animali tra gli animali per bere e mangiare, figurarsi per amare.
L’illusione di un’amore si risveglia con la notte e scompare con la luce rosa dell’aurora. Sento il profumo del sale sono alte le onde mi coprono la vista più’ non vedo i tuoi occhi pervinca più’ non vedo le tue mani nervose che graffiano l’anima. Leggera è la brezza che muove e scompiglia i capelli sempre più alte le onde un cuore affoga nel sale e nel mare è dolce morire nell’aurora.
Non c’è buio dal quale non possiamo uscire. Basta soltanto avere la forza, il coraggio di dire basta, mi riprendo la mia vita.
Anche il silenzio fa male, quando non sentiamo battere d’emozione il nostro cuore.
“Famiglia”, sarà sempre l’unica ragione per cui io vivrò.