Linda Effe – Libri
Smettila di innamorarti del buono del libro, quello gentile e amabile, perché alla fine, sarà quello che farà concludere il romanzo.
Smettila di innamorarti del buono del libro, quello gentile e amabile, perché alla fine, sarà quello che farà concludere il romanzo.
Una strada dentro, ce l’hanno tutti, cosa che facilita, per lo più, l’incombenza di questo viaggio nostro, e solo raramente, la complica. Adesso è uno di quei momenti che la complica.Volendo riassumere volendo, è quella strada, quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c’è più. Succede. Credetemi. E non è una cosa piacevole.
Un bambino tutti i giorni si recava in spiaggia e scriveva sulla spiaggia: “Mamma ti amo!”; poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo. Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portargliela via. Fra sé e sé pensava: “Questi bambini, sono così stupidi ed effimeri.” Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni, e gli chiese: “Ma che senso ha che tu scriva” Mamma ti amo! “Sulla sabbia che poi il mare te la porta via. Diglielo tu che le vuoi bene.” Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata disse al vecchio: “Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio, come fa il mare con le mie scritte. Eppure torno qui ogni giorni a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre.” Il vecchio si inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse: “Nora. Ti amo!”; era il nome della moglie appena morta. Poi prese il bimbo per mano e assieme guardarono la scritta sparire.
La Via prosegue senza fineLungi dall’uscio dal quale parte.Ora la Via è fuggita avanti,Devo inseguirla a ogni costoRincorrendola con piedi alatiSin all’incrocio con una più lungaDove si uniscono piste e sentieri.E poi dove andrò? Nessuno lo sa.
Ubriacano più le parole che l’alcool.
Ogni notte lo uccido di nuovo. Mille morti, diecimila morti sono niente al confronto di quello che meritava.
Un dolore, uno sfogo, una riflessione, un’osservazione. Finisce tutto qui: nella scrittura. È inevitabile, non ho mai potuto farne a meno, non posso farne a meno, non potrò mai farne a meno.