Luciano De Crescenzo – Tempi Moderni
Chissà se nei no global è più forte la pietà per i poveri o l’invidia per i ricchi. Un dubbio viene vedendo le merci che scelgono durante gli “espropri” nei supermarket: champagne e televisori al plasma.
Chissà se nei no global è più forte la pietà per i poveri o l’invidia per i ricchi. Un dubbio viene vedendo le merci che scelgono durante gli “espropri” nei supermarket: champagne e televisori al plasma.
È un’epoca balorda quella in cui il vuoto morale è multicolore e la profondità di pensiero è trasparente, in cui esseri disorientati e omologati si vantano del nulla e si vergognano del vero. Della vita, così intenti a rosicchiarne il nocciolo, da perdersi il sapore della polpa.
Si dice che l’abito non fa il monaco, ma quanti vedono l’abito e quanti il monaco? Viviamo in una società di apparenze in cui si esalta il corpo e non l’anima, l’involucro e non il suo contenuto, l’ombra e non la luce.
Se la letteratura del passato ha creato molte sovrastrutture, si spera che quella del futuro finalmente le abbatta.
La sola passione non può convivere senza l’amore. Finché ci sarà gente che ambirà esclusivamente a portarsi a letto qualcuno e non mirare a risvegliarsi con quel qualcuno, fonderemo generazioni basate sul piacere egoistico e non sull’amore altruistico.
La cultura moderna, è quella cultura che viene finanziata dallo Stato, e che serve a riempire le tasche di pochi e svuotare le teste di molti.
Bene o male la nostra era è come se fosse arrivata tardi a un festeggiamento già finito!