Luciano Guareschi – Progresso
Il tempo non si ferma mai, sfortunatamente. O fortunatamente.
Il tempo non si ferma mai, sfortunatamente. O fortunatamente.
La storia è lo specchio di ciò che l’uomo ha fatto.
Questo mondo, questa cultura, questo sistema, non potrà più permettersi un Einstein né un Gesù.
L’industria fiorisce: lo si vede dalla natura morta.
Se, dopo avere incassato una trentina di euro per una medicina, il farmacista risponde con un gioioso “Salute” al tuo gentile “Buonasera”, tu non devi illuderti: ti sta solo prendendo per i fondelli.
Ricordo con nostalgia le indossatrici degli anni Sessanta: sorridenti, scivolavano leggiadre e leggere come libellule sulla passerella e sembrava non la toccassero affatto. E vedo quelle di oggi, con quel cipiglio da incazzate, con quella stupida andatura a passo incrociato che di tanto in tanto le fa incespicare, e alzano le ginocchia, e percorrono la corsia con la grazia di un artigliere da montagna che s’inerpica sulla mulattiera portando sul groppone un mortaio da 80 millimetri. E ogni tanto tirano telefonini in testa alla cameriera.
Torniamo all’antico e sarà un progresso.