Luciano Meran Donatoni – Abitudine
Non è facile porsi agli altri come realmente siamo.
Non è facile porsi agli altri come realmente siamo.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma siamo “malati di abitudine”. Chi è abitudinario accetta qualsiasi cosa, qualsiasi dolore. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, che ci sono indifferenti, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, si è impotenti nel reagire. L’abitudine è il più spietato dei veleni, entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce poco a poco nutrendosi della nostra vita, e quando ce ne rendiamo conto è ormai troppo tardi, ogni nostro gesto è condizionato, continuiamo ad “amare”, per abitudine, una persona “estranea”.
I gesti devono essere spontanei e non doveri. Quando questi si pretendono perdono tutta la loro veracità.
Mostrami uno che origlia per abitudine congenita, con gli istinti di un guardone, e io ti mostrerò come nasce un drammaturgo.
Sei con me solo nei miei sogni, ed è per questo che solo nei miei sogni ho fatto i viaggi più belli.
Chi cerca continuamente la ragione negli altri ha carenza di autostima.
Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato.