Luciano Meran Donatoni – Desiderio
Vorrei essere il peccato di un tuo sogno erotico.
Vorrei essere il peccato di un tuo sogno erotico.
La spogliava con i pensieri, scorreva ogni curva del suo corpo, baciava ogni lembo di pelle. La possedeva senza sfiorarla, era dentro di lei, le apriva l’anima e vi affondava tutto il suo essere a respirarne l’odore. Poi i pensieri si fecero mani e labbra, sudore e gemiti, respiri e carne. Nulla più esisteva. Solo il desiderio, la voglia di aversi, di respirare quei pensieri che bruciavano, di consumare quella voglia che li teneva svegli, la notte.
Ai desideri non sempre si deve accompagnare la volontà: alcuni sogni vivono bene così, a mezz’aria, oggetto di tensione mai paga e proprio per questo appagante.
Calore infinito che si alimenta dai saturi vapori del tuo alito, respiro che nutre questo focolare che senza quiete arde, spargendo il suo fuoco in ogni angolo dei nostri corpi. Dimena forte le sue faville attraverso le arterie che arrivando diritte al cuore infuocandolo di te, zampilli accesi che scendono giù a marcare le pareti della mia anima, graffiti incisi a fuoco da questa passione arroventata che non ha tregua.
Un desiderio non è qualcosa che puoi condividere con chi si è abituato a non desiderare.
Aspetto da molto tempo ormai qualcosa che non c’è, mi chiedo solo se arriverà prima della mia vita. Altrimenti sarà lei ad aspettare me!
Io non lo voglio, si può anche suicidare. Gliela do io la corda per impiccarsi.