Luigi Meneghello – Libri
La scrittura è distillazione delle parole e meglio di tante ciacole, dice una buona pagina.
La scrittura è distillazione delle parole e meglio di tante ciacole, dice una buona pagina.
In quel periodo Mayu… diventava sempre più bella. E il mio cuore batteva per lei ogni giorno.
Scrivere è violentare il passato, è uno stillicidio di memoria artefatta e deliziosa.
Il mondo… questo grosso essere assurdo. Non ci si poteva nemmeno domandare da dove uscisse fuori, tutto questo, né come mai esisteva un mondo invece che niente. Non aveva senso, il mondo era presente dappertutto, davanti, dietro. Non c’era stato niente prima di esso. Niente. Non c’era stato un momento in cui esso avrebbe potuto non esistere. Era appunto questo che m’irritava: senza dubbio non c’era alcuna ragione perché esistesse, questa larva strisciante. Ma non era possibile che non esistesse. Era impensabile: per immaginare il nulla occorreva trovarcisi già, in pieno mondo, da vivo, con gli occhi spalancati, il nulla era solo un’idea nella mia testa, un’idea esistente, fluttuante in quella immensità: quel nulla non era venuto prima dell’esistenza, era un’esistenza come un’altra e apparsa dopo molte altre.
Tu sei favorevole alla pena di morte?”Non penso che la società abbia il diritto né la capacità per giudicare. Non sono in grado di asfaltare una strada in modo adeguato e dovrei lasciarli decidere sulla vita e sulla morte?”
Scrivere è un’inevitabile presa di posizione. Scrivere è una responsabilità.
Sapete qual è il segnale del risveglio? È il momento in cui ci si chiede: “Sono io il pazzo, o lo sono tutti gli altri?”